Bruxelles, 2025 – La guerra commerciale è cominciata. Ma dimenticatevi carri armati e droni: qui si combatte a colpi di jeans, whisky e tosaerba.
L’Europa, stanca di farsi schiacciare dal peso del Made in USA, ha deciso di rispondere. E lo ha fatto colpendoli dove fa più male: tra l’Harley Davidson e il burro d’arachidi.
Sì, avete capito bene. L’UE ha preso il casco integrale della diplomazia, ci ha messo dentro una bottiglia di Champagne (non tassata, tranquilli, c’è l’esenzione bipartisan) e ha accelerato verso la rappresaglia commerciale.
Il documento europeo, partorito con più litigi che una riunione di condominio, elenca con precisione chirurgica le armi di distruzione doganale:
In breve, si tratta della prima guerra della storia combattuta con snack e lavatrici. E attenzione: nessun tosaerba sarà risparmiato.
In mezzo alla lista delle vittime commerciali, spunta l’unico superstite eccellente: il barbon (leggasi: bourbon).
Grazie all’intervento congiunto di Italia, Francia e Irlanda – anche noti come l’Asse degli Alcolici – il prezioso liquido ambrato è stato graziato.
Il motivo ufficiale? “Tutelare la tradizione dei distillati.”
Il motivo ufficioso? “Non possiamo affrontare un vertice UE sobri.”
Punire le moto americane è un gesto forte, quasi freudiano.
Da una parte, c’è l’UE, con le sue piste ciclabili, le sue e-bike, e i suoi cittadini che bevono acqua frizzante e leggono Etienne Balibar.
Dall’altra, l’americano medio: giubbotto di pelle, moto da 800 cavalli, aria di libertà e scappamento libero.
Un rapporto impossibile. E dunque la vendetta è servita: dazi dal 15 aprile, e rombo ridotto al silenzio.
La Commissione ha chiarito: “Non vogliamo una guerra commerciale, vogliamo solo che l’altra parte capisca che siamo seri.”
Frase che tradotta in linguaggio non-diplomatico significa:
“Parliamo pure, ma intanto vi tassiamo i pop corn come fossero diamanti.”
Fonti non confermate parlano già della seconda ondata di sanzioni.
Nel mirino:
L’Europa lancia segnali. Washington risponde con meme e minacce. Intanto i consumatori guardano i prezzi del succo d’arancia e si chiedono: “Ma non potevano litigare su qualcosa di meno zuccherato?”
Nel frattempo, un nuovo equilibrio globale si profila all’orizzonte:
– Le Harley diventano oggetti di lusso,
– Il Kentucky si prepara al Proibizionismo 2.0,
– E i cittadini europei iniziano a scoprire che sì, anche l’acqua di cocco può andare bene col pane tostato.
Prossimamente:
di Luciano Tariffa, inviato speciale con passaporto e sarcasmo
Bruxelles, 2025 – La guerra commerciale è cominciata. Ma dimenticatevi carri armati e droni: qui si combatte a colpi di jeans, whisky e tosaerba.
L’Europa, stanca di farsi schiacciare dal peso del Made in USA, ha deciso di rispondere. E lo ha fatto colpendoli dove fa più male: tra l’Harley Davidson e il burro d’arachidi.
Sì, avete capito bene. L’UE ha preso il casco integrale della diplomazia, ci ha messo dentro una bottiglia di Champagne (non tassata, tranquilli, c’è l’esenzione bipartisan) e ha accelerato verso la rappresaglia commerciale.
Il documento europeo, partorito con più litigi che una riunione di condominio, elenca con precisione chirurgica le armi di distruzione doganale:
In breve, si tratta della prima guerra della storia combattuta con snack e lavatrici. E attenzione: nessun tosaerba sarà risparmiato.
In mezzo alla lista delle vittime commerciali, spunta l’unico superstite eccellente: il barbon (leggasi: bourbon).
Grazie all’intervento congiunto di Italia, Francia e Irlanda – anche noti come l’Asse degli Alcolici – il prezioso liquido ambrato è stato graziato.
Il motivo ufficiale? “Tutelare la tradizione dei distillati.”
Il motivo ufficioso? “Non possiamo affrontare un vertice UE sobri.”
Punire le moto americane è un gesto forte, quasi freudiano.
Da una parte, c’è l’UE, con le sue piste ciclabili, le sue e-bike, e i suoi cittadini che bevono acqua frizzante e leggono Etienne Balibar.
Dall’altra, l’americano medio: giubbotto di pelle, moto da 800 cavalli, aria di libertà e scappamento libero.
Un rapporto impossibile. E dunque la vendetta è servita: dazi dal 15 aprile, e rombo ridotto al silenzio.
La Commissione ha chiarito: “Non vogliamo una guerra commerciale, vogliamo solo che l’altra parte capisca che siamo seri.”
Frase che tradotta in linguaggio non-diplomatico significa:
“Parliamo pure, ma intanto vi tassiamo i pop corn come fossero diamanti.”
Fonti non confermate parlano già della seconda ondata di sanzioni.
Nel mirino:
L’Europa lancia segnali. Washington risponde con meme e minacce. Intanto i consumatori guardano i prezzi del succo d’arancia e si chiedono: “Ma non potevano litigare su qualcosa di meno zuccherato?”
Nel frattempo, un nuovo equilibrio globale si profila all’orizzonte:
– Le Harley diventano oggetti di lusso,
– Il Kentucky si prepara al Proibizionismo 2.0,
– E i cittadini europei iniziano a scoprire che sì, anche l’acqua di cocco può andare bene col pane tostato.
Prossimamente: