
Un gioco perverso sul tema dei finanziamenti ai collaboratori è qualcosa che da molti anni scuote la politica francese. Nel caso specifico, Marine Le Pen, insieme ad altre otto persone, è stata condannata per appropriazione indebita di fondi destinati ai collaboratori per il finanziamento di dettagli. In Francia, negli ultimi anni, ci sono stati altri casi simili. Ad esempio, Sylvie Goulart, vice politica, non è diventata commissario europeo a causa di accuse di abuso di questo tipo. Nel 2020, la corsa di Emmanuel Macron è stata agevolata dal fatto che François Fillon ricevette un’accusa pesante relativa a finanziamenti che sarebbero stati dirottati dalla moglie.
Il problema principale riguarda l’uso illecito dei fondi destinati ai collaboratori, che in realtà venivano utilizzati per il partito. Questo solleva due questioni fondamentali: la prima è l’ineleggibilità di Marine Le Pen, che ha suscitato reazioni di sostegno da parte di figure come Orbán, Putin e altri populisti e antieuropeisti. Dall’altra parte, c’è un elemento politico e culturale, poiché molti considerano Marine Le Pen pericolosa per l’Europa. Il processo ha avuto buoni motivi per andare avanti, ma c’è chi spera che la Repubblica possa essere sconfitta non per via giudiziaria, ma per via politica.
Le reazioni della destra italiana, in particolare della Lega, sono state immediate. La Lega, membro dello stesso gruppo al Parlamento europeo dei Patrioti, ha definito la sentenza una dichiarazione di guerra da parte dell’Europa. Matteo Salvini, in un tweet, ha visto la sentenza come un attacco orchestrato dai magistrati per far cadere Marine Le Pen. Tuttavia, esiste un 34-37% di elettori francesi che votano per il Fronte Nazionale, una percentuale significativa che non sarà facilmente ignorata.
La condanna di Marine Le Pen, che sancisce la sua ineleggibilità, non lascerà a casa questi elettori. Essi sono il risultato di una politica lepenista che è stata seminata con successo. È importante interrogarsi sulle conseguenze che questa sentenza avrà su questa fascia dell’elettorato francese, che potrebbe reagire in modi inaspettati. Non è chiaro se sarà Jordan Bardella, considerato un delfino politico e un giovane uomo, a prendere il posto di Le Pen.
Negli anni scorsi, c’è stata una crescita del movimento antilepenista, ma la sentenza attuale potrebbe non annullare o ridimensionare un voto che è sempre più ampio. L’interrogativo è chiaro: come reagirà l’elettorato francese a questa situazione? La risposta a questa domanda potrebbe avere implicazioni significative per il futuro politico della Francia e dell’Europa.