SOBRIETÀ – 25 Aprile a bassa voce: la Liberazione in modalità silenziosa
Roma, 25 aprile 2025 – Quest’anno l’Italia ha celebrato l’80° anniversario della Liberazione con il volume abbassato a “modalità non disturbare”, come suggerito gentilmente dal governo. L’invito alla “sobrietà” era chiaro: ricordare la Resistenza sì, ma senza esagerare con entusiasmo, ché c’è lutto nazionale per Papa Francesco.
Alla cerimonia ufficiale, il premier Giorgia Meloni ha deposto una corona di fiori davanti al Milite Ignoto, rigorosamente senza applausi, senza fanfare e possibilmente senza emozioni. La banda musicale ha eseguito l’inno nazionale in versione “pianissimo”, suscitando qualche dubbio tra i presenti: qualcuno ha pensato si trattasse di una prova tecnica.
In tutta Italia, i sindaci si sono dati da fare per reinterpretare il concetto di sobrietà: a Prato “Bella Ciao” è stata sostituita da “Bella… Shh!”, mentre a Milano Beppe Sala ha chiesto lumi al governo su cosa intendesse per “sobrio”. Dopo ore di riflessione collettiva, è emerso che “sobrio” significa “qualcosa che sembra un funerale, ma con un leggero sorriso di circostanza”.
Le polemiche politiche non sono mancate. Pierluigi Bersani, dopo aver letto l’invito alla sobrietà, ha dichiarato: “Mi vengono i brividi… sarà che ho abbassato troppo il riscaldamento in segno di rispetto”. Angelo Bonelli ha ribadito che “il 25 aprile non è mica una festa in discoteca”, anche se alcuni cittadini, avendo interpretato male l’appello alla sobrietà, si sono presentati alle celebrazioni vestiti da buttafuori.
Nel frattempo l’ANPI, armata di pazienza e fazzoletti tricolori, ha confermato tutte le manifestazioni, promettendo “marce silenziose, ma con una coreografia sobria al massimo: tipo camminare composti, senza saltare sulle note di Bella Ciao”.
Alcuni comuni hanno persino ideato la “Silent Liberation Walk”, una marcia antifascista con cuffiette wireless, per ascoltare Bella Ciao individualmente, senza disturbare chi passava.
Insomma, il 25 aprile 2025 passerà alla storia come l’anno in cui l’Italia ha ricordato la Libertà… a bassa voce. Ma, come dicono i saggi, “meglio un 25 aprile sobrio che un 25 aprile senza memoria”.