L’Inter gioca a calcio. Il Bayern gioca a nascondino.

Corrispondente dal futuro dove il VAR applaude l’Inter


MILANO – L’Inter ha vinto. Ma non una vittoria normale. No.

Ha vinto con classe, con coraggio, con strategia e soprattutto con la sublime arte di far sembrare il Bayern Monaco una squadra iscritta al torneo aziendale delle Poste Tedesche.

Lautaro e Frattesi: l’asse del Bene contro il Male (in maglia rossa)

La partita comincia e Lautaro fa subito capire che oggi non si scherza. Si muove, segna, pressa, si pettina. Frattesi entra e spruzza dinamite centrocampistica da ogni poro.

Il Bayern osserva, prende appunti e chiede: “Scusate, possiamo giocare anche noi?”

Sommer: “Tranquilli, ho chiuso la porta. E ho buttato via la chiave.”

Il portiere svizzero, con la freddezza tipica di chi affronta i rigori come fossero sudoku, para tutto. Para anche l’ansia, le statistiche e due passaggi sbagliati di Acerbi. Quando arriva il Bayern in area, Sommer si limita a guardarli come si guarda un piccione che tenta di entrare in un bar: confuso, inoffensivo, fuori luogo.

Secondo tempo: Inzaghi attiva la modalità “Subentra e spacca tutto”

Nel secondo tempo, con un gesto teatrale degno del miglior Cesare al Colosseo, Simone Inzaghi richiama alcuni titolari per far entrare la Banda degli Inascoltati. Risultato?

Gol, pressing, allegria e un Bayern sempre più vicino a chiamare l’uscita d’emergenza.

Turan: “Mi sento leggero, corro come se rubassi tempo e spazio”

Turan gioca come se fosse guidato da Google Maps in modalità distruggi difese. Parte da centrocampo, arriva in area, torna indietro a prendere il caffè, poi va di nuovo a segnare.

In un’azione, anticipa l’avversario e passa la palla con così tanto anticipo che probabilmente la FIFA lo segnalerà per “viaggio temporale non autorizzato”.

Il famoso “calcio di riletto”

Momento magico: Turan esegue il famigerato “calcio di riletto”, una tecnica ancestrale nota solo a chi ha studiato arte marziale calcistica a Coverciano. Palla lisciata al millimetro per confondere l’universo. Risultato? L’azione diventa poesia. Il Bayern applaude. I cronisti piangono. L’arbitro si fa l’autografo da solo.

Inter da Inter: quando l’Inter non Intera

A fine partita, tutto il mondo si chiede: che Inter è questa?

Risposta: è l’Inter che non fa l’Inter, ma che gioca come se avesse ricevuto un aggiornamento software. Difende come un esercito imperiale, attacca come una banda di jazzisti impazziti e vince come una squadra seria.

I tifosi, solitamente pronti a chiamare Striscia la Notizia dopo un pareggio, oggi stanno prenotando lo scudetto su Amazon Prime.


Conclusione: Bayern annientato, Inter glorificata, cronisti confusi.

Il Bayern, al ritorno in Germania, ha chiesto se può cambiare sport. Il presidente ha dichiarato:

“Dopo questa partita, pensiamo di iscriverci a un campionato di bocce.”

L’Inter invece guarda avanti: il calendario dice “prossima partita”, ma la squadra sta già pensando alla finale di Champions, alla Supercoppa galattica e, perché no, alla candidatura all’UNESCO come patrimonio calcistico dell’umanità.

 

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